polenta macafana

ingredienti:

400 g di farina gialla di Storo
300 g di cicoria (o erbette)
200 g di formaggio trentino «spressa» (una toma a pasta compatta)
50 g di burro
50 g di TrentinGrana
sale e pepe q.b.

preparazione:

In una casseruola mettete a bollire un litro di acqua salata. Raggiunta l’ebollizione, aggiungete la cicoria, mondata, lavata e tagliata finemente. Dopo un paio di minuti, abbassate il fuoco e incominciate a versare con la mano, a pioggia, la farina,  mescolando rapidamente con una frusta per evitare la formazione di grumi, fino a che l’impasto risulti abbastanza denso. Proseguite la cottura  a fuoco moderato per 35 minuti, girando lentamente con un mestolo di legno, sempre nello stesso verso. Incorporate il formaggio tagliato a cubetti e sempre mescolando continuate la cottura per altri 10’. La polenta è cotta quando si stacca perfettamente dalle pareti della pentola. Rovesciate la polenta in un piatto fondo da portata o servitela scucchiaiata, formando piccole quenelle. Condite con burro fuso e cospargete di TrentiGrana grattugiato.

Il formaggio Spressa utilizzato per questa ricetta è giustamente considerato uno dei più antichi formaggi “magri” dell’arco alpino e raccoglie la tradizione della lavorazione del latte fatta in casa o nei caseifici turnarî. Un tempo infatti i contadini scremavano molto il latte per ottenere il maggior quantitativo possibile di burro, allora ben remunerato. E il formaggio che se ne ricavava era utilizzato soprattutto per l’autoconsumo.

Il termine “macafana” significa letteralmente “scaccia fame” e fa riferimento alla ricchezza – a dire il vero abbastanza relativa – di questo piatto tradizionale.

Il vino consigliato per accompagnare la polenta macafana è il teroldego, in Trentino lo trovate di diverse cantine

polenta

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